E’ ormai alle porte la partita tra il Napoli di Antonio Conte e la Juventus di Thiago Motta, ma questa volta allo stadio Diego Armando Maradona. Una partita molto sentita dal tecnico azzurro che dovrà riaffrontare il suo passato. Ecco le sue parole in Conferenza Stampa.
Meglio il Conte di oggi oppure quello del passato?
“Sono arrivato nel ’91 alla Juventus, ma 14 anni dall’arrivo in panchina. Alla fine tra calciatore ed allenatore ho trascorso 16 anni lì, gran parte della mia vita calcistica l’ho trascorsa alla Juventus ed è stata per me una grandissima esperienza ed un grande insegnamento. Cerco di essere migliore anche rispetto a 24 ore fa. Abbiamo il dovere di cercare di migliorarci rispetto a ieri, dev’essere uno stimolo. Mi sento più completo, anche perchè ho 55 anni e ho avuto esperienze importanti all’estero e in Nazionale ed in altri club italiani. Nel percorso immagazzini sempre di più, oltre l’esperienza. Ad oggi se vuoi rimanere in scia devi continuare sempre a studiare ed evolverti: psicologicamente, nel gruppo, e nei rapporti umani con chi lavora nel club, poi non devi sentirti mai appagato ricercando l’eccellenza. Fare questo brucia energie fisiche e nervose.”
Siete i più fastidiosi, potete fare ancora di più? Cosa manca?
“Serve fare il percorso, continuare ciò che abbiamo iniziato: non possiamo pensare di essere alla fine dopo sei mesi, non daremmo valore reale al tempo e al lavoro. Bisogna aspettare e proseguire, ci auguriamo sia un percorso lungo, significa che lavoreremmo ancora tutti assieme. Delle cose, non le sottolineo qui. Il percorso l’abbiamo fatto in maniera spedita, ma non possiamo alzarci dall’oggi al domani e dire che siamo pronti a vincere. Detto questo lavoriamo cercando di ottimizzare e tirando fuori il meglio da noi stessi. Sarà per esperienza, ma voglio andare cauto perchè so che abbiamo bisogno di altri step, ci vuole tempo e pazienza che piaccia o non piaccia. Devo dire la verità, poi ognuno può pensare ciò che vuole ma è soggettivo e viene dall’esterno. lo all’interno so che dobbiamo fare step importanti per dire che ci siamo.”
La distanza in classifica dalla Juventus: meriti vostri o demeriti loro?
“La Juventus è imbattuta da 21 partite, nessuno li ha battuti e quindi tutti questi demeriti non ci sono. Alcuni pareggi potevano essere vittorie, si è creato questo distacco ma non dimentichiamo che 13 punti sono quest’anno ma lo scorso anno siamo arrivati a 18-20 punti da loro. Ci dimentichiamo rispetto a Milan, Inter, Juventus ed Atalanta quanto siamo arrivati dietro. Ogni tanto ricordiamocelo. Oggi ce lọ siamo dimenticati tutti.”
Che sensazione ha provato al ritorno da Bergamo e col megafono davanti ai tifosi?
“Giusto sempre mettere i puntini sulle i, il megafono mi è stato dato e non l’ho preso io. Giusto chiarirlo, non avevo il megafono in valigia. Qualcuno ci ha anche scherzato su: mi avevano chiesto di dire due parole, io penso che al giorno d’oggi ringraziare è sempre più difficile. Ho ringraziato i tifosi che prima e dopo la partita si sono riversati in una maniera incredibile, mi è stato chiesto anche perchè sinceramente saremmo ancora a Capodichino se non avessi detto qualcosa (ride). Sono situazioni che ti fanno sentire e percepire la passione e come viene vissuto il calcio. Sono cose che ti porterai sempre, a prescindere, nella tua vita. Ringrazio a nome dei calciatori il fatto che tantissima gente abbia sacrificato il proprio tempo per venirci a salutare, è una cosa bellissima e mi sono sentito in dovere di ringraziare.”
Si percepisce che Napoli-Juventus non è una partita normale per i tifosi napoletani?
“Io ho percepito anche che Atalanta-Napoli, Napoli-Verona o Napoli-Roma non sono partite normali. Non dico che dobbiamo lottare contro tutti (ride), ma per tante cose non c’è una partita in particolare. Noi consideriamo ogni partita come La partita, vale tre punti ma anche continuare a mettere fieno in cascina. A Bergamo era una partita che serviva per l’autostima e per capire a che punto siamo, sono partite di altissima difficoltà e bisogna tenerlo a mente. La Juventus è un osso duro, nessuno li ha battuti.”
Che idea si è fatto dell’imbattibilità della Juventus? Esistono squadre imbattibili?
“Squadre imbattibili non esistono, prima o poi perdi e fa parte della vita. Una squadra quadrata, con giocatori forti, che l’anno scorso è arrivata tanti punti davanti a noi. Hanno fatto un ottimo mercato e fanno la Champions. Sono un top club di cui bisogna avere rispetto per la storia importante, cercano sempre di partire per vincere: se sei Juve, Milan o Inter non ti nascondi, il tuo obiettivo è vincere.”
Il mercato ha supportato tanto il suo lavoro?
“Inevitabile che ogni finestra di mercato può migliorarti, adesso o a giugno. Vogliamo tornare in Europa, oggi come rosa dobbiamo sicuramente, nell’eventualità. Se fatto nella giusta maniera, il mercato ti può rinforzare per il presente e per il futuro. Il mercato estivo scorso servirà per tanti anni visti i giocatori presi, significa mettere delle basi sulle quali aggiungere pezzi e crescere. Quello che abbiamo fatto, anche in estate, siamo stati bravi e anche fortunati. Non è mai semplicissimo mettere dentro giocatori e non sbagliarne nemmeno uno. Basta guardare il mercato di due anni fa, dove sono stati spesi 100 milioni, e sono andati tutti via in prestito. Importante spendere i soldi, meglio se nella giusta maniera e non buttandoli. A casa mia si è sempre dato valore al denaro e il giusto peso alle cose.”
Meglio fare mercato adesso o a giugno?
“Ogni sessione di mercato è importante per migliorarti, c’è opportunità e possibilità ed è giusto che sia il club a deciderlo: io sono venuto qui per dare una mano ad una squadra in difficoltà, non mi metterò a fare niente di particolare. Bisogna essere costruttivi, le cose sono molto chiare, le ho dette anche in precedenza. Noi abbiamo un gruppo di ragazzi che sono contento di allenare, so che posso andare in guerra con loro. Se arriverà qualcuno, che possa migliorare il gruppo, ben venga. Altrimenti ce ne faremo una ragione, lavoreremo zitti e pedaleremo e sapremo che in futuro la rosa dovrà essere migliorata in maniera importante. Se andremo in Europa, oggi siamo pochi.”
A che punto è Buongiorno?
“Ha iniziato a lavorare in settimana con noi, stiamo cercando di capire se deve fare una preparazione fisica: ha perso un po’ di massa muscolare, stiamo cercando di rimetterlo in pista. In queste situazioni è importante avere un feedback da lui, non mi è mai piaciuto spingere o forzare un rientro. Sono situazioni particolari, io ho avuto tanti infortuni in carriera e so che deve essere gestito anche mentalmente, ti devi sentire pronto. Noi lo stiamo allenando in gruppo, sinceramente non so perchè è una cosa soggettiva e lo ascolteremo. Quando dirà di essere pronto allora tornerà a giocare.”