Dalla sconfitta di Verona fino al tricolore azzurro, passando per l’addio di Kvara, le prime vittorie importanti e il periodo difficile di febbraio: il racconto del successo partenopeo nel nome di Antonio Conte, Scott McTominay, Romelu Lukaku e non solo…
Il girone d’andata
Parte male, anzi malissimo, l’avventura di Conte sulla panchina del Napoli. Dopo aver pareggiato con il Modena ai trentaduesimi di Coppa Italia (gara vinta soltanto ai rigori), gli azzurri alla prima di campionato se la vedono col Verona: 3-0 secco per i padroni di casa con il gol di Livramento e la doppietta di Mosquera. I fantasmi della passata stagione iniziano subito a riaffiorare.
Fino a quel giorno (il 18 agosto, per l’esattezza), il Napoli non aveva convinto sul mercato: dopo gli arrivi di Spinazzola a parametro zero, di Rafa Marin dal Real e Buongiorno dal Torino, il neo DS azzurro, Giovanni Manna, non riusciva a chiudere per alcuni colpi fondamentali per Antonio Conte. Dopo la beffa Brescianini – presente a Villa Stuart per le visite mediche, poi saltate per un accordo con l’Atalanta – arriva però la svolta: i partenopei, nel giro di pochi giorni, ufficializzano quattro acquisti. Si tratta di David Neres, Romelu Lukaku, Scott McTominay e Billy Gilmour, quest’ultimo arrivato sul gong. Dal 30 agosto inizia un’altra storia, il Napoli di Conte ora prende forma.
Nelle settimane seguenti, gli azzurri vincono tre gare consecutive, battendo il Bologna (3-0) e il Parma (2-1) in casa e il Cagliari (0-4) in trasferta. Pur non convincendo pienamente, soprattutto nella sofferta gara contro i ducali, gli azzurri si preparano a sfidare la Juventus di Thiago Motta a Torino, da secondi in classifica. Conte pareggia contro la sua ex squadra per 0-0, anche se gli azzurri probabilmente avrebbero meritato qualcosa in più.
Tra fine settembre e fine ottobre, il Napoli vince praticamente tutte le partite: batte il Palermo in Coppa Italia (5-0), poi tocca a Monza (2-0), Como (3-1), Empoli (0-1), Lecce (1-0) e Milan (0-2) con due splendide reti di Kvara e Lukaku.
Il 3 novembre arriva la prima vera battuta d’arresto: Atalanta-Napoli 3-0 al Maradona, con doppietta di Lookman e gol di Retegui. Ma la squadra si rialza subito: pareggio 1-1 con l’Inter a San Siro (reti di McTominay e Calhanoglu), poi vittorie contro Torino e Roma (entrambe per 1-0). Seguono le due sconfitte contro la Lazio, sia in Coppa Italia (3-1) che in campionato (1-0).
Il Napoli chiude comunque il girone d’andata da campione d’inverno, grazie a quattro vittorie consecutive contro Udinese (1-3), Genoa (1-2), Venezia (1-0) con gol nel finale di Raspadori, e un netto 0-3 a Firenze con reti di Neres, Lukaku e McTominay: tre simboli del nuovo Napoli targato Antonio Conte.
Il girone di ritorno
Alla prima del girone di ritorno, il Napoli affronta ancora il Verona: stavolta l’epilogo è differente. L’autogol di Montipò su tiro di Di Lorenzo e il gol di Anguissa confermano gli azzurri al primo posto in classifica, in attesa dei big match. Poi succede l’impensabile: Khvicha Kvaratskhelia lascia il Napoli per approdare al PSG. Agli azzurri vanno 75 milioni di euro. Mentre si cerca il sostituto, arrivano due vittorie fondamentali: 2-3 a Bergamo contro l’Atalanta (reti di Politano, McTominay e Lukaku) e 2-1 in rimonta contro la Juventus con gol decisivi di Anguissa e Lukaku. Chiusa la sessione invernale, il Napoli trova il sostituto di Kvara: Noah Okafor dal Milan, che però giocherà appena 36 minuti in campionato. Iniziano così i primi segnali di crisi e tensione tra Conte e la società.
A febbraio, il Napoli rallenta: pareggi contro Roma (1-1), Udinese (1-1) e Lazio (2-2), e clamorosa sconfitta a Como (2-1). Ma a marzo arriva la svolta: il gol di Billing nel finale contro l’Inter ferma la fuga nerazzurra. Gli azzurri ci credono. Da lì in poi, 11 gare, 7 vittorie e 4 pareggi. Battono Fiorentina (2-1) e Milan (2-1), ma pareggiano contro Venezia (0-0)e Bologna (1-1). Poi lo sprint finale: Empoli (3-0), Monza (0-1), Torino (2-0) e Lecce (1-0). Nel frattempo, l’Inter inciampa contro Bologna e Roma.
Il giorno di Pasqua, il Napoli torna in vetta a pari punti con l’Inter. Il 27 aprile arriva il sorpasso definitivo. Ma il finale di stagione è ancora da brividi: 2-2 con il Genoa (gol nel finale di Vasquez), poi 0-0 a Parma. In contemporanea, l’Inter si fa recuperare due volte dalla Lazio con una doppietta di Pedro: il Napoli resta primo a una giornata dalla fine.
Il 23 maggio 2025: Napoli Campione d’Italia
Allo Stadio Maradona, ultima giornata: Napoli-Cagliari. Gli azzurri devono vincere per conquistare il quarto scudetto. Dopo un primo tempo stregato, al minuto 42 arriva la magia: cross di Politano, rovesciata di McTominay, ed è delirio. Anche l’Inter va in vantaggio, ma il gol di Lukaku a inizio ripresa chiude i giochi: è il gol del tricolore. Antonio Conte e De Laurentiis esplodono in un pianto liberatorio.
Il Napoli è Campione d’Italia, per la quarta volta nella sua storia, la seconda negli ultimi tre anni. Ma questa volta è più bello, più inaspettato.
L’inizio di una nuova era
Il popolo azzurro esplode: la parata sul lungomare di Mergellina, l’accoglienza fuori dal ristorante della festa-scudetto, fanno sciogliere il cuore anche ad Antonio Conte. La sua permanenza è ora realtà.
Il Napoli chiude con un dato emblematico: 27 reti subite, miglior difesa della Serie A e d’Europa.
Gli incontri tra De Laurentiis, Manna e Conte confermano l’ambizione del progetto. Dal 23 maggio 2025, parte ufficialmente l’era Conte. Che sia solo la prima pietra di una lunga e gloriosa serie.
Ancora una volta, il Napoli è Campione d’Italia. Ag4in!