Dieci opinioni

Siamo ancora vivi dopo la partita di ieri e come ogni lunedì mattina ecco le nostre dieci opinioni che vi accompagneranno in tutta questa giornata.

  1. PARMA. Il capoluogo emiliano richiama alla mente brutti ricordi come quella retrocessione del 96 e le lacrime di Batman Tagliatela. Purtroppo la storia continua e nel 2025 la trasferta di Parma sarà ricordata per lo scandalo dei biglietti vietati, del settore volutamente chiuse e le aggressioni alle famiglie napoletane fuori al Tardini. NON VI SMENTITE MAI!
  2. IN SIMULTANEA. Tutte alle 20:45, per questa penultima giornata di campionato anche perché la posta in palio era troppo alta e per una volta (si spera) che il buon senso abbia prevalso sul vile denaro. E in più, questa 37esima giornata, grazie alla contemporaneità, è stata una delle più belle e intense mai viste in questo campionato.
  3. LA FORMAZIONE. 3-5-2- classico con il tandem Lukaku – Raspadori a guidare l’attacco. Nulla di nuovo per la linea difensiva mentre a centrocampo, complice l’assenza di Lobotka, parte titolare Gilmour. Al 70esimo arrivano le prime sostituzioni con Neres e Billing in luogo di Raspadori e di Gilmour passando al 4-2-3-1 per esaltare le caratteristiche del brasiliano che però non brillerà se non per l’occasione che porterà al rigore poi annullato.
  4. LA PARTITA. Il Napoli imposta ma non riesce a creare pericoli dalle parti di Suzuki. Qualche folata sulla destra ma le sortite offensive non producono quanto sperato anche se sul finale di frazione, gli azzurri aumentano il ritmo e per poco Anguissa non si inventa il goal del secolo. Secondo tempo e soliti problemi con il Napoli in balìa dei padroni di casa (Meret decisivo in alcune occasioni). Poi un sussulto d’orgoglio (il cuore in gola per la punizione di McTominay) e Napoli più aggressivo. Finale senza senso apparente e il VAR annulla un rigore.
  5. IL RISULTATO. 0 a 0 e 2 a 2. A poche parole buon intenditore e ci va bene così.
  6. CONTE. Conferenza stampa come da copione e la calma del leccese serve solamente a stemperare l’ansia. Dare fastidio è un’eziologia che non andava detta (o decantata) in una delle partite forse la più importante della stagione. Però Antonio è fatto così: un leone in gabbia, con problemi di formazioni, pensieri che gli attanagliano la mente e al 20esimo si prende un cartellino giallo per proteste. Il tecnico le prova tutte, stravolge la formazione, sposta i suoi in posizioni non congeniali ma arrivata la notizia del pareggio della Lazio, esplode e si fa espellere.
  7. QUI MILANO. L’altalena di Milano influenza il Tardini ma nel marasma generale era Napoli il padrone del proprio destino…  tuttavia gli azzurri non incidono come dovrebbero e mandano all’inferno i propri tifosi visti gli ultimi 90 minuti che restano.
  8. LA CLASSIFICA. Non cambia nulla: Napoli a +1 sull’Inter e con l’ultima tra le mura amiche.
  9. IL PARMA. Squadra ostica quella di Chivu che imposta la partita in due blocchi ben distinti: in fase difensiva, la fisicità (vedasi Leone su Lukaku) mentre in attacco, scatti (Bonny è una spina nel fianco di Di Lorenzo) e cambi di gioco veloci per superare le linee azzurre, non disdegnando le conclusioni da fuori. Un discreto 3-4-2-1 che risulta ben costruito ma è da migliorare.
  10. OPINIONE FINALE. Come spiegarlo, chiedete? Siamo sul punto di non ritorno come fili invisibili che legano cuori palpitanti, un destino intessuto di segreti e desideri proibiti. Ogni battito è un passo più vicino all’abisso, ogni sguardo un incendio che divampa nell’anima. E quando la ragione cede il passo a questa strana, ineffabile tempesta emotiva, il confine tra ciò che è e ciò che potrebbe essere si dissolve, lasciandoci sospesi in un etereo non-luogo, pronti a stringerci in un patto indissolubile, uniti fino all’ultima (e anche oltre, se lo si vuole)
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