Dieci opinioni

Le Dieci Opinioni le più belle (e le più brevi) di questa stagione: dall’inferno del San Paolo e dalla magia di McTominay, alle 22:48 del 23 maggio 2025, il NAPOLI è CAMPIONE D’ITALIA.

  1. LA VIGILIA. Nelle ultime 24 ore abbiamo perso il sonno e nonostante ciò siamo andati a lavoro con quell’ ansia che ci ha attanagliato (l’anima) fino al fischio di inizio. Pazzia? Follia? No…è solamente quel sentimento che non possiamo spiegare se non siete come noi.
  2. LA COREOGRAFIA. Stavolta vi siete superati e noi non abbiamo parole per commentare. Il silenzio di e su Napoli squarciato solo dalle urla degli 50mila…SIAMO (E SAREMO) TUTTI SCUGNIZZI, SEMPRE, quasi a rafforzare quel legame con quella maglia.
  3. LA FORMAZIONE. Conte ci gioca sopra ma alla fine sceglie il 3-5-2 confermando la formazione di Parma ma stavolta con Lukaku più avanti rispetto a Raspadori che gioca tra le linee. La coppia scozzese in cabina di regia e Olivera confermato nella linea difensiva a 3. Al 60esimo, il primo cambio per Conte (Stellini) con Neres che prende il posto di Politano. Passerella finale anche per Simeone, Ngonge, Mazzocchi e Billing.
  4. LA PARTITA. Primo tempo strano con un Napoli che sembra quasi accontentarsi del pareggio ma alla notizia del vantaggio dell’Inter a Como, il Napoli si scuote dal tepore primaverile e McTominay di rovesciata fa esplodere i tifosi. Comincia il secondo tempo e i fantasmi di questa stagione scompaiono quando Lukaku bissa il vantaggio dopo un’azione solitaria e di prepotenza. Gli azzurri giocano il calcio che avremmo voluto per l’intera stagione….ma ci accontentiamo, visto il traguardo.
  5. LA RADIO. Napoli surreale, tutto bloccato ma nonostante l’inferno di Fuorigrotta, ecco qualche radiolina spuntare tra le curve… frequenza impostata sul Manuzzi di Como in attesa di notizie di giubilo. Un’altalena di emozioni, un misto di gioie e di brividi di freddo nonostante i quasi 900 km di distanza ma soprattutto, la nostalgia di quel calcio che fu.
  6. UOMO PARTITA. Potremmo dire uomo della stagione. Lui, lo scozzese, quello con il ghiaccio nelle vene che in punta di piedi, si prende il Napoli sulle spalle e nella partita più importante dell’intera stagione decide di farsi amare ancora di più segnando una rete da cineteca. Poi come al solito, gioca con la sua solita frenesia agonistica, correndo, attaccando e difendendo ma è sempre il primo che corre per calmare gli animi dei compagni causa atteggiamento poco “sportivo” da parte dei sardi.
  7. CAGLIARI. I sardi non vogliono fare la parte della vittima sacrificale e nonostante Nicola abbia chiesto la rabbia agonistica, deve fare a meno di Caprile e Gaetano. In compenso il suo Cagliari, non avendo nulla da perdere, gioca una discreta partita sfruttando i dettami del suo allenatore, in particolare, la marcatura asfissiante di Mina su Lukaku.
  8. IL RISULTATO. I due nuovi acquisti, i sostituti di quelli che vinsero il terzo: uno scozzese e un belga per un 2 a 0 che regala una notte indimenticabile. 2 a 0, in questo venerdì sera di fine maggio.
  9. NAPOLI. Nelle vene della città, tra l’asfalto e il cemento c’è quel colore azzurro semprevivo figlio di una fede che si tramanda di padre e in figlio. Quando il Napoli è in campo, un fremito ha percorso le strade unendo all’unisono i battiti dell’intera città. L’orgoglio di appartenere, di identificarsi in undici uomini che in campo portano il nome, la storia, l’anima di un intero popolo. La squadra è lo specchio della città, il suo alter ego in campo, il suo sogno che corre, che lotta, che vince. E TU ME DICESTE SI NA SERA E MAGGIO.
  10. OPINIONE FINALE. Il quarto, il più bello, quello arrivato nello stupore generale, quello neanche contemplato dopo la stagione disastrosa dell’anno precedente. Uno scudetto che abbiamo cucito sul petto soffrendo e gioendo e che oggi dedichiamo a chi era presente al San Paolo, a chi nelle piazze, a chi lontano da casa e anche a chi non c’è più ma che si è goduto lo spettacolo da chissà dove. Potevamo scrivere di più ma l’emozione ci ha preso, e sicuramente ci potete capire. L’ITALIA CI STA MALE. GRAZIE NAPOLI

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