Dieci opinioni

Lunedì mattina, aria di rammarico per l’occasione persa e sentimenti contrapposti che ci accompagneranno in questi due ultime settimane. Come di consueto, ecco le nostre Dieci Opinioni sul posticipo di domenica sera contro il Genoa.

  1. LO STADIO. Il San Paolo è sold out (e ormai non fa più notizia) con un colpo d’occhio da brividi. Le curve che cantano incessantemente, quasi ad accompagnare ogni azione di quelli in maglia azzurra. Per l’occasione, presenti anche gli ultras parigini che a modo loro, hanno tifato per i nostri. Tutto questo, sotto un cielo nuvoloso illuminato dalla luna piena. Credere nei segni? Perché no!.
  2. LA PRESSIONE. Ieri, a parte invertite. Scende in campo prima l’Inter che sul campo di Torino (sponda granata) vince e si porta a pari punti con gli azzurri. Poi la sera vanno in scena le montagne russe partenopee, condite dalla solita tachicardia settimanale che però, al triplice fischio, lasciano l’amaro in bocca e stavolta, gli azzurri pagano lo scotto (fisico e mentale) del posticipo serale della domenica.
  3. LA FORMAZIONE. Nessuna sorpresa per gli azzurri che si schierano con la miglior formazione possibile: rischiato Lobotka (sostituito poi al 12 esimo da Gilmour) Conte conferma anche Spinazzola – Politano sugli esterni e Di Lorenzo – Olivera come braccetti dei 3 di difesa. Nuova chance per il tandem Raspadori – Lukaku, per l’occasione, molto più larghi in modo da poter premiare gli inserimenti dello scozzese n.8, già in doppia – doppia in questa prima sua prima stagione italiana.
  4. LA PARTITA. Il Genoa pressa dal primo minuto ma il Napoli, in certe situazioni, è implacabile e alla prima occasione utile, McTominay X Lukaku e azzurri in vantaggio. Pareggiano i grifoni negli ultimi minuti della prima frazione. Secondo tempo come da copione anche se gli azzurri, stavolta, spingono maggiormente sulla destra, sfruttando gli inserimenti di Politano ma a far esplodere lo stadio, ci pensa Raspadori che con un sinistro violento trafigge l’estremo difensore genoano. Finita? Giammai! Siccome a Napoli non di facciamo mancare nulla, all’85esimo, Vazquez la riprende per il 2 a 2 finale.
  5. IL RISULTATO. Giusto! Giusto perché il Genoa ci ha creduto fin dal primo minuto e ha saputo approfittare delle difficoltà dei padroni di casa. L’imprecisione ha giocato a sfavore del Napoli che poteva chiudere il match in più di un’occasione ma il calcio è (purtroppo) questo e il rammarico resta alto, pensando all’occasione persa.
  6. CONTE. La gestione del match è da rivedere. Il rischio della ricaduta di Lobotka era dietro l’angolo e  forse andava fatto qualche cambio anche prima della rete dell’81 in particolare per la prestazione non proprio eccezionale di Anguissa e di Spinazzola. Billing (errore di posizionamento sull’azione del pareggio degli ospiti) entra al 79eismo per il numero 81 e finalmente si rivede anche Neres dopo settimane per un totale di tre cambi (2 forzati) su cinque acconsentiti.
  7. MCTOMINAY. Non ci sono più parole per descrivere lo scozzese, il vero top player azzurro di questa stagione. Centrocampista atipico, mezz’ala e all’occorrenza, anche mediano di rottura in tandem con il connazionale Gilmour. Ieri sera si è presentato con una rovesciata (stilisticamente bella ma imprecisa) e poi regala l’assist a Lukaku per il momentaneo vantaggio. Nel secondo tempo, entra in modalità Premier diventando il giocatore con più palloni toccati e con l’xG più alto tra i 22 in campo; suo lo zampino sulla rete del momentaneo 2 a 1.
  8. LA CLASSIFICA. Cambia nella forma ma non nella sostanza anche se ora il divario tra le protagoniste del campionato è di solamente un punto. Mancano 180 minuti di gioco.
  9. IL GENOA. Vieira era arrivato tra lo scetticismo della stampa italiana ma il francese stupisce per la sua organizzazione tecnico – tattica soprattutto per l’intensità del pressing. Il suo 4-2-3-1 funziona alla perfezione con una rosa abbastanza giovane come quella del liguri, anche quando l’11 iniziale non è quello solito, causa infortuni e/o spauracchio di eventuali squalifiche per i prossimi impegni.
  10. PERSEVERARE (NON E’ DIABOLICO). Non lo sappiamo se stiamo sbagliando a crederci ma il Napoli ci ha portato all’inferno migliaia di volte e in questo abisso di pazzia, di surrealismo e di ragionamenti che non hanno un senso (apparentemente) logico, ci vogliamo restare, comunque vada. Perché ogni volta che vediamo quella maglia, il sangue ribolle nelle vene e siamo già ansiosi per la prossima. SEDOTTI DAL RISCHIO, FORSE IL PIU’ BELLO.
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